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Parliamo di imprenditorialità sociale attraverso due casi aziendali che rappresentano delle best practices sui temi della sostenibilità e innovazione delle imprese nella filiera agro-alimentare. Si tratta dell’esperienza matura di Banco Alimentare discussa dallo storico fondatore Marco Lucchini e della giovane start up Last Minute Sotto Casa presentata dal cofunder Francesco Ardito durante un evento promosso dal gruppo MaUnimib.

Le due esperienze si sono incontrate e presentate nell’ambito di un seminario aperto al pubblico che si è tenuto il 10 febbraio 2017 presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Organizzato dal Corso di laurea Magistrale in Management e Design dei Servizi (MAGES) tale seminario è stata l’occasione per favorire una condivisione di idee e conoscenze tra il mondo dell’Università e quello delle Imprese Profit e Non profit.

Entrambe le esperienze organizzative presentate hanno come finalità comune la lotta allo spreco alimentare realizzata secondo social business model peculiari ed affini nel medesimo tempo.

Banco Alimentare ha una lunga storia di recupero giornaliero delle eccedenze alimentari per donarle a strutture caritative che assistono persone bisognose. Le eccedenze alimentari sono beni che hanno esaurito la loro vita utile commerciale. Un esempio classico sono i prodotti che hanno raggiunto la data entro cui consumarsi preferibilmente. Il loro prezzo è nullo per il mercato tradizionale, ma conservano un valore perché ancora buoni e perfettamente commestibili. Qui Banco Alimentare ha trovato uno spazio di azione. Come precisa Lucchini: Donare l’eccedenza anziché gettarla, non è riciclo ma recupero. Vuol dire prolungare la vita di un bene in un mercato la cui moneta di scambio è il dono a favore dei bisognosi”.

Quattro i benefici di questa attività (1) sociale, contribuisce alla sicurezza alimentare di persone bisognose; (2) ambientale, migliora la sostenibilità della filiera agro-alimentare e riduce l’impatto ambientale dello spreco di cibo; (3) economico, aiuta le aziende a contenere i propri costi di stoccaggio e di smaltimento e a migliora la responsabilità sociale d’impresa; (4) educativo, sviluppa una sensibilità culturale ed educazione in merito alla corretta gestione degli alimenti per ridurne lo spreco.

Muovendo i primi passi, i fondatori comprendono che è essenziale partire dalla domanda, conoscere i bisogni delle realtà caritative per sensibilizzare le donazioni e costruire un servizio adeguato secondo una logica di coproduzione. Da un avvio informale nel 1989, si passa ad un rete di magazzini per lo stoccaggio di confezionati donati da grandi aziende alimentari e supermercati. L’attività poi cresce con il recupero di cibi cotti e freschi dalla ristorazione e GDO, da consegnare in giornata alle organizzazioni caritative attraverso furgoni. “L’innovazione di Banco Alimentare è stata quella di far dialogare due mondi paralleli quello profit e non profit attorno ad un tema che oggi è sensibile a tutti” precisa Lucchini. Oggi Fondazione Banco Alimentare Onlus guida la rete di 21 organizzazione diffuse su tutto il territorio nazionale. Le sfide future sono legate alla sostenibilità e crescita di un modello di business che deve continuamente innovarsi per mantenere il passo con i tempi e gestire grandi numeri di attività e risorse umane e volontarie, relazionali ed economiche.

Anche Last Minute Sotto Casa mira a combattere lo spreco alimentare ma con un focus sullo spreco dei piccoli negozianti di quartiere. “Che cosa fa il negoziante (panettiere, pasticcere, rosticciere …) con i prodotti rimanenti non più freschissimi?” Per evitare che finiscano nella spazzatura, Last Minute Sotto Casa propone una semplice soluzione. Si tratta di una App che funziona come una sorta di megafono digitale per i negozianti che possono comunicare le offerte di prodotti, in scadenza o freschi invenduti a fine giornata, con un semplice messaggio che tutti gli utenti interessati del vicinato ricevono immediatamente sul loro smartphone. Parliamo di un’innovazione dei processi di marketing e vendita per i piccoli negozianti che ha un impatto positivo sociale e ambientale. Un progetto win per il negoziante che fa promozione, incrementa le vendite e riduce le inefficienze; win per il cliente che acquista un prodotto fresco a metà prezzo; e win per l’ambiente poiché si recupera cibo e se ne riduce lo spreco. A due anni dal suo avvio, il progetto è presentato come esempio di innovazione sostenibile ed economia collaborativa, riconosciuto da numerosi premi nazionali e internazionali. Per il futuro si desidera replicare il modello all’estero, investire maggiormente sui giovani, sulle partnership e lo sviluppo della community.

Curioso osservare come, per entrambi i casi aziendali, la social business idea nasca spontaneamente da uno scambio di idee ed esperienze, e dalla sensibilità dei fondatori per i problemi sociali ed ambientali. A seguito di un avvio informale si attivano processi di crescita basati sull’apprendimento continuo che portano a sviluppare modelli di business sempre più articolati e complessi. Social business model che ruotano attorno alle dimensioni della sostenibilità economica, sociale ed ambientale e all’innovazione continua dei processi. Esempi concreti di come sia possibile realizzare profitti creando un valore etico. Un «profitto equo» a detta di Ardito. Un profitto cioè che non è il fine ma il mezzo che serve alla creazione sostenibile di valore sociale ed ambientale.

Per approfondimenti

www.bancoalimentare.it

http://www.casi2020.eu/casipedia/cases/1148

http://www.lastminutesottocasa.it/